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284 | gli ostacoli | [§ 25-27] |
si giungerà allo stesso risultamento. Nell’un caso e nell’altro è necessario tenere conto delle trasformazioni nel tempo (§ 47).
I due modi di considerare il fenomeno si usano più o meno nel concreto. Per ottenere pane e sfamarsi c’è, per un uomo, l’ostacolo che conviene avere un forno per cuocere quel pane. In quel modo il forno appare come un capitale: esso, mediante certe spese, durerà indefinitamente e produrrà sempre pane. Oppure l’ostacolo sta nel procacciarsi le cose (mattoni, calcina, ecc.) le quali, consumate e trasformate, daranno il forno. Sotto quella forma non c’è più capitale; ci sono solo consumi che si ripartiscono su quantità più o meno grandi di pane prodotto. Inoltre, vi saranno le spese per le trasformazioni nel tempo, ma ora non ce ne occupiamo.
Nei paesi civili il forno, e tutte le cose che occorrono per edificare il forno, si considerano come equivalenti al prezzo in moneta: ossia, tanto i capitali come i consumi, possono essere sostituiti dal loro prezzo in moneta. Per tal modo l’ostacolo appare sotto una terza forma, cioè sotto quella del dover fare una certa spesa.
26. Quindi per ottenere pane, uno degli ostacoli appare sotto una delle tre forme seguenti: avere un forno — avere il suolo, la mano d’opera, i mattoni, la calcina, ecc., necessarii per edificare quel forno — disporre della somma che costa quel forno, oppure della somma che costano le cose necessarie per edificarlo.
27. Abbiamo detto disporre di quella somma, non già possederla materialmente sotto forma di moneta. Infatti, mercè certe combinazioni in uso presso i popoli civili, una spesa considerevole si può fare con una piccola somma di moneta, che cir co la.