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282 gli ostacoli [§ 21-24]

altro modo. Per produrre farina, si fa uso del corso d’acqua, il quale non si consuma, permane; e, nel bilancio dell’impresa, si può porre un tanto di spesa non più per un consumo, bensì per l’uso del corso d’acqua. In ultima analisi, il bilancio rimane lo stesso.

22. Se vogliamo fare uso del concetto dei capitali, daremo luogo, senza difficoltà, nella loro classe al corso d’acqua di cui l’uso serve per muovere le macine; e così pure al fabbricato del molino. Anche la ruota idraulica ci può stare. Ma che diremo delle macine? Se consideriamo che non si consumano tanto presto, le porremo tra i capitali; ma, se poniamo mente che si consumano molto più presto dell’edifizio e della ruota idraulica, le potremo porre nella classe degli oggetti di consumo.

23. Una classificazione così incerta, usata senza riguardo, può facilmente portare a conclusioni vuote di senso: ed infatti gli economisti che hanno usato simili classificazioni qualitative, senza correzione, spesso si sono dati a vere logomachie.

Non ostante l’aiuto che ci porge nell’esprimerci col linguaggio volgare, dovremmo dunque abbandonarla, se non ci fosse modo di correggerla e di ricondurla alla realtà quantitativa.

24. Quel modo esiste, e sta nel porre nel bilancio dell’impresa certe spese che valgono a reintegrare le cose che si considerano come capitali, onde, dopo ciò, si può rigorosamente ammettere che se ne usa solo senza consumarle.

Supponiamo che il nostro mugnaio consumi precisamente due paia di macine all’anno. Egli principia l’anno con un paio di macine nuove e lo finisce dopo di avere consumato il secondo paio di macine. Se a lui piace di mettere le macine tra gli oggetti