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248 | i gusti | [§ 25-27] |
25. Come in tutte le scienze concrete in cui si sostituisce approssimativamente un fenomeno ad un altro, la teoria non deve essere estesa oltre ai limiti pei quali è stata ordinata; e, qualunque delle vie ora accennate sia seguìta, le nostre conclusioni non debbono trarsi, almeno senza che si facciano nuove indagini, oltre i confini di una piccola regione intorno al punto di equilibrio praticamente osservato.
26. Vi sono del resto altri fatti di gran momento che ci costringono a seguire tale via. Pongasi mente invero che, quando mutano le condizioni, mutano pure i gusti degli uomini. Ad una signora, che già usa brillanti, possiamo, con speranza di avere una risposta ragionevole, chiedere «se i brillanti costassero un poco di più, quanto meno ne comprereste?». Ma, se ad una contadina che non ha mai veduto brillanti, noi chiediamo: «se foste milionaria quanti brillanti a un dato prezzo comprereste?» avremo una risposta proprio data a caso e senza alcun valore. Marziale ha un epigramma in cui dice: «spesso suoli chiedere, Prisco, cosa sarei se diventassi ricco o potente. Supponi che si possa conoscere i sentimenti futuri? Dimmi, se tu fossi leone, come saresti?»1.
Se vogliamo essere rigorosi, non occorre neppure che le condizioni del fenomeno mutino radicalmente perchè mutino i gusti; ma questi possono pure mutare in altro modo e per lievi variazioni delle condizioni esterne. Aggiungasi che lo stesso uomo, oggi e domani, non è perfettamente simile a sè stesso.
27. Tale osservazione ci pone sulla via di una
- ↑ XII, 92.