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[§ 216-217] | conc. gen. dell’equil. econ. | 229 |
tutti gli individui della collettività, meno il primo; ciò è possibile in grazia della dimostrazione precedente.
Dopo l’operazione accennata, tutti gli individui sono soddisfatti meno il primo. Ora bisogna notare che questi paragona successivamente tutte le merci ad una di essa, cioè ad A nel caso nostro, e che, considerando noi i fenomeni del tipo (I), egli paragona solo l’ofelimità di cui gode sui vari punti di ciascun sentiero. Per A e B, per A e C, ecc. si avranno quindi fenomeni come quelli tante volte ricordati dei punti (α), (β), (γ) della fig. 18, ed analoghi casi di equilibrio stabile ed instabile. In altri termini, l’individuo considerato riceve e dà, ai nuovi prezzi, certe quantità di merci le quali sono superiori, od inferiori, a quelle che, per lui, corrispondono all’equilibrio. Egli si adoprerà quindi per recarsi nella posizione di equilibrio, il che non può fare se non modificando i prezzi ai quali compra, e quelli a cui vende. Nel ciò fare può darsi che torni ad avvicinarsi alla posizione di equilibrio, dalla quale lo abbiamo supposto spostato; oppure può darsi che se ne allontani. Il primo è il caso di equilibrio stabile, il secondo è il caso dell’equilibrio instabile. Perchè poi l’equilibrio sia stabile per la collettività, occorre evidentemente che sia tale per tutti gli individui che la compongono.
217. Le condizioni trovate per l’equilibrio economico ci dànno un concetto generale di quell’equilibrio. Per conoscere cosa erano certi fenomeni, abbiamo dovuto studiare come accadevano; per sapere cosa era l’equilibrio economico, abbiamo cercato come era determinato. Devesi poi notare che tale determinazione non ha menomamente per scopo di procedere ad un calcolo numerico dei prezzi. Fac-