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216 | conc. gen. dell’equil. econ. | [§ 178-183] |
non fa che generare equivoci; quindi ci asterremo di dare tale significato al termine: costo di produduzione.
179. Ogni merce non ha necessariamente un costo di produzione proprio. Ci sono merci che si debbono produrre insieme, per esempio il grano e la paglia, e che quindi hanno soltanto un costo di produzione complessivo.
180. Offerta e domanda. — In economia politica si suole distinguere tra la quantità di merce che un individuo, giunto in un punto di equilibrio, dà, e quella che egli riceve: la prima dicesi la sua offerta; la seconda, la sua domanda.
181. Quei due termini furono, come tutti i termini dell’economia non-matematica, usati in modo poco rigoroso, equivoco, ambiguo, ed è propriamente incredibile di quante discussioni vane, prive di buon senso, senza capo nè coda, sono stati il soggetto. Anche oggi non è facile trovare tra gli economisti non-matematici chi sappia cosa vogliono dire quei termini, di cui pure si fa uso a tutto spiano.
182. Principiamo col considerare due merci e guardiamo la fig. 12. Un individuo ha la quantità o m di A e punto di B; egli, seguendo un certo sentiero m n, giunge al punto di equilibrio c'', barattando q m di A per q c'' di B; diremo che su quel sentiero, e quando si sia giunti al punto di equilibrio c, si ha, per l’individuo considerato, la offerta q m di A e la domanda q c'' di B.
183. Bisogna subito notare che tali quantità mu-