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[§ 175-178] conc. gen. dell’equil. econ. 215


Se si considera la trasformazione di 8 di A in 4 di B, ad esempio, e se A è la moneta, il prezzo di B in A è 2. L’entrata è 8 di A, l’uscita è, in moneta, 4 di B, moltiplicato pel prezzo 2 di B, cioè 8. L’entrata è eguale all’uscita; e sta, in tale caso, a significare che 8 di A si è trasformato in 4 di B.

Se le merci sono in numero maggiore di due, è facile vedere che l’entrata deve sempre essere eguale all’uscita; poichè, se ciò non fosse, vorrebbe dire che l’individuo ha ricevuto, o speso, moneta per altra via che non è quella della trasformazione delle merci. Tale eguaglianza dell’entrata e dell’uscita dicesi il bilancio dell’individuo.

176. Il bilancio del produttore. — Anche il produttore ha il suo bilancio; e già ne abbiamo discorso, senza nominarlo, quando ragionavamo della trasformazione di una merce in un’altra; abbiamo veduto che quella trasformazione poteva lasciare un residuo positivo, o negativo, che è propriamente una partita attiva o passiva del bilancio, che portasi al conto «utili e danni».

Ciò vale per trasformazioni qualsiasi. Il produttore compra certe merci, fa certe spese, e così ha l’uscita del suo bilancio; vende le merci prodotte, e così ha l’entrata del bilancio. Il luogo delle trasformazioni complete è quello in cui il bilancio si salda senza utile nè perdita.

177. Il costo di produzione. — Se si tiene conto di tutte le spese necessarie per ottenere una merce, e se si divide il totale per la quantità di merce prodotta, si ha il costo di produzione di quella merce.

178. Tale costo di produzione è espresso in moneta. Parecchi autori hanno considerato un costo di produzione espresso in ofelimità. Ciò è inutile e