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[§ 169-170] conc. gen. dell’equil. econ. 211

nulla toglie che venga giorno in cui sia utile di considerare anche (α) e (β).

170. Quando molte persone convengono sovra un mercato ed operano indipendentemente l’una dall’altra, facendosi concorrenza, è manifesto che in uno stesso momento ve ne saranno di quelle che comperano le prime porzioni, ve ne saranno altre che comperano le seconde, ecc., per giungere allo stato di equilibrio: e, poichè sovra un dato mercato, in un dato momento, si ammette che non c’è che un prezzo, si vede che il prezzo di quelle varie porzioni deve essere lo stesso. Ciò rigorosamente non toglierebbe che, per uno stesso individuo, quel prezzo non potesse variare da una porzione all’altra: ma tale ipotesi porta a conseguenze strane ed interamente diverse dal concreto, onde l’ipotesi che meglio si confà alla realtà è quella di prezzi eguali per porzioni successive. Il che, s’intende, non toglie che non vi sieno successivamente prezzi diversi come in (δ), fig. 26.

Ciò è principalmente vero pel consumo. Se un individuo compra 10 kg. di zucchero, di caffè, di pane, di carne, di cotone, di lana, di chiodi, di piombo, di vernice, ecc., non compra il primo kg. ad un prezzo, il secondo ad un altro prezzo, e via di seguito. Non è che ciò sia impossibile, per solito non accade. Badisi bene che ciò non toglie che quell’individuo possa comperare oggi 10 kg. di cipolle ad un prezzo, e domani 10 kg. ad un altro prezzo, col che ci troviamo nel caso (δ), fig. 26. Nelle grandi città capita spesso che, sul mercato, il pesce costa più caro la mattina presto che verso mezzo giorno, quando il mercato sta per finire. Il cuoco di un ristorante di primo ordine può venire la mattina presto, per avere maggior scelta, e comperare