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204 | conc. gen. dell’equil. econ. | [§ 151-153] |
della linea dei baratti e della linea di massimo utile, nel caso della concorrenza incompleta, fig. 13. Tutto ciò, s’intende, quando quei punti sieno nei limiti del fenomeno considerato.
Se è il consumatore che opera secondo il tipo (II), egli costringerà, i produttori a fermarsi sulla linea delle trasformazioni complete. Se i sentieri debbono essere rette moventi da m, l’equilibrio, nel caso della concorrenza completa, non differirà da quello che si ha pei fenomeni di tipo (I): ma potrebbe differirne, quando fosse in podestà del consumatore di mutare forma ai sentieri (VI, 17, 18).
152. I prezzi — Sinora abbiamo ragionato in generale e procurando di non fare uso dei prezzi; ma pure, qua e là, quando abbiamo voluto citare esempi concreti, i prezzi sono comparsi; e anche nelle teorie generali si vedono più o meno implicitamente; onde, in sostanza, li abbiamo adoperati senza nominarli. Ora è bene accettarli e discorrerne senz’altro: ma era pure opportuno il mostrare come le teorie dell’economia non movono direttamente dalla considerazione di un mercato ove esistono certi prezzi, bensì movono dalla considerazione dell’equilibrio, che nasce dal contrasto dei gusti e degli ostacoli. I prezzi appaiono come incognite ausiliarie, utilissime per risolvere i problemi economici, ma che infine debbono essere eliminate, lasciando solo in presenza gusti ed ostacoli.
153. Dicesi prezzo di Y in X, la quantità di X che si dà per ricevere un’unità di Y.
Quando il prezzo è costante, si possono paragonare quantità qualsiasi di X e di Y, trovare il rapporto tra la quantità di X che si dà e la quantità di Y che si riceve, ed avere così il prezzo. Quando