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200 | conc. gen. dell’equil. econ. | [§ 143-145] |
renti, e si spinge più o meno avanti nella regione degli indici positivi. Potrebbe anche rimanerci, se i suoi concorrenti non imitassero il suo esempio. Se essi lo imitano, se la concorrenza è effettiva, faranno a loro volta crescere l’inclinazione del sentiero su mx; e così poco alla volta, muovendosi pel verso della freccia, produttori e consumatori andranno avvicinandosi al punto l ove la linea hk delle trasformazioni complete interseca la linea cd dei baratti. Oltre quella linea non possono andare i produttori, perchè entrerebbero nella regione degli indici negativi, seguitando la linea cd dei baratti; e lungo lh non possono andare, perchè i consumatori vi si rifiutano. Conviene quindi che si fermino in l, che è punto di equilibrio, e di equilibrio stabile.
144. In altro modo si può osservare che solo lc è linea di possibile equilibrio; non già ld, perchè trovasi nella regione degli indici negativi. Sulla linea cl, la concorrenza dei produttori opera in modo che il punto di equilibrio si avvicina ad l.
145. Diciamo ora del caso (π). Si vedrà, come precedentemente, che la sola linea di equilibrio possibile è ld, poichè lc trovasi nella regione degli indici negativi. Se i produttori sono in d, essi ci stanno bene, poichè sono nella regione degli indici positivi; ma la concorrenza tra essi fa crescere l’inclinazione di md su mn, onde ci allontaniamo da l. In l precisamente potrebbe avere luogo l’equilibrio, poichè sono soddisfatti consumatori e produttori; ma, appena ci allontaniamo da l, dalla parte di h, invece di esservi poi ricondotti, ce ne allontaniamo sempre più. Dalla parte di k siamo ricondotti in l. Abbiamo quindi un genere di equilibrio speciale, stabile da una parte, instabile dall’altra.