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196 | conc. gen. dell’equil. econ. | [§ 134-136] |
134. Massimi dell’ofelimità. — Giova passare in rassegna i diversi massimi pei punti di equilibrio. Da prima abbiamo un massimo assoluto, nel punto più alto del colle del piacere, sulla sua vetta. In quel punto, l’individuo ha di tutto a sazietà; c’è poco da dire di quello stato felice.
Poi, vengono molti massimi relativi. Il punto c'', fig. 12, è il più alto del sentiero mn; è un massimo subordinato alla condizione che l’individuo si muova solo sul sentiero mn. Massimi di simile genere sono gli altri punti di tangenza c', c'''..... Tra essi ce ne può essere uno più alto di tutti gli altri, un maximum maximorum. Anche un punto termine segna un massimo; è il punto più alto di un tratto di sentiero, ma è meno alto del punto di tangenza che segue.
Il punto t, fig. 20, è, pel secondo individuo, il punto più alto della linea comune di equilibrio.
In quanto al punto s, esso segna un massimo di genere diverso dai precedenti, poichè non è più un massimo di ofelimità, bensì un massimo di quantità della merce A.
135. Modi e forme dell’equilibrio, nella produzione. — Se si suppone che nella fig. 18 la linea hk segni la linea di massimo utile del produttore o dei produttori, non c’è che da ripetere i ragionamenti ora fatti nel caso del baratto. Il produttore tende a stare in quella linea, come il consumatore sulla linea dei baratti.
136. C’è per altro, una differenza che si riferisce ai sentieri che non incontrano quella linea hk del massimo utile (fig. 22). Se il produttore segue il sentiero mk, si capisce che si fermi in k, perchè starebbe peggio più in qua o più in là; ma, se egli segue il sentiero mc che non è tangente a nessuna curva