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[§ 66-70] conc. gen. dell’equil. econ. 171

per altre solo all’ettogramma; per altre solo al chilogramma, ecc.

L’unica conclusione da trarne è che da tali bilancie non bisogna richiedere maggiore precisione di quella che possono dare.

67. Del rimanente, poichè c’è solo una difficoltà tecnica, chi ha tempo da perdere può divertirsi a considerare variazioni finite; e, dopo improbo ed oltremodo lungo lavoro, giungerà a risultamenti che, nei limiti degli errori possibili, non differiscono da quelli che più facilmente e speditamente si ottengono considerando variazioni infinitesime, almeno nei casi usuali. Noi qui scriviamo solo per ricercare oggettivamente le relazioni dei fenomeni e non per compiacere ai pedanti.

68. Gli ostacoli. — Sono di due generi: uno si vede subito, l’altro è meno palese.

69. Nel primo genere abbiamo i gusti delle persone colle quali contratta l’individuo. Se una data quantità di merce si deve partire tra vari individui, il fatto che quella quantità è fissa costituisce un ostacolo; se si produce la merce da partire, il fatto che non si può ottenere se non usando altre merci, costituisce pure un ostacolo; similmente costituiscono ostacoli i fatti che la merce non è disponibile nel luogo e nel tempo in cui se ne ha bisogno. Infine ci sono gli ostacoli che dipendono dall’ordinamento sociale.

70. In generale, quando un individuo rinunzia ad una certa quantità di merce per procurarsene un’altra, diremo che trasforma la prima merce nella seconda. Egli può fare ciò col baratto, cedendo ad altri la prima merce e ricevendo la seconda; può fare ciò colla produzione, trasformando da sè effettivamente la prima merce nella seconda. Egli può