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162 | conc. gen. dell’equil. econ. | [§ 46-48] |
tutti coloro che vendono (o che comprano) si mettessero d’accordo, potrebbero effettivamente modificare in loro vantaggio quelle condizioni; ma ognuno di essi non sa dell’altro e tira via per conto suo. In tanta confusione e concorrenza non rimane a ciascuno individuo altro da fare che badare solo ai fatti propri e ricercare di soddisfare i propri gusti, secondo le varie condizioni che si possono presentare sul mercato. Tutta questa gente che vende (o compra) rendita francese, modifica bensì i prezzi, ma li modifica senza disegno prestabilito; non come fine, ma come effetto dell’opera propria.
47. Il tipo (II) si osserva dove viene meno la concorrenza e dove ci sono incette, monopoli, ecc. Mentre un individuo sta operando per modificare in proprio vantaggio le condizioni del mercato, bisogna, se non vuole fare opera vana, che sia sicuro che altri non vengano a guastargli le uova nel paniere, e perciò occorre che in qualche modo si sbarazzi di quei concorrenti. Può far ciò mercè l’aiuto della legge, oppure perchè è solo a possedere certe merci, o perchè colla prepotenza, coll’arte, coll’inganno, coll’ingegno, allontana altrui. Possono anche i suoi concorrenti essere trascurabili, perchè aventi pochi mezzi, o per altra cagione.
Infine è da notarsi che spesso accade che parecchi individui si associano, appunto per avere il potere di impadronirsi del mercato, ed in tal caso abbiamo sempre il tipo (II), quell’associazione potendo, sotto certi aspetti, essere considerata come un solo individuo.
48. Un altro caso analogo, ma non identico, è quello in cui parecchie persone o associazioni s’intendono per modificare certe condizioni del mercato, lasciando, per quanto concerne le altre condizioni,