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[§ 6-7] principii generali 7

Se non si ammettono uniformità, la conoscenza del passato e del presente è mera curiosità, e nulla se ne può ricavare pel futuro; tanto vale leggere l’Orlando furioso dell’Ariosto come la storia di Tucidide; e se, invece, da quella conoscenza si ricava la menoma deduzione pel futuro, si ammette, almeno implicitamente, un’uniformità.

7. Nè le leggi economiche e sociali, nè le altre leggi scientifiche patiscono propriamente eccezioni. Un’uniformità non uniforme non ha senso alcuno.

Ma le leggi scientifiche non hanno un’esistenza oggettiva. L’imperfezione della nostra mente non ci consente di considerare nel loro insieme i fenomeni, siamo costretti a considerarli partitamente. Quindi, invece di uniformità generali, che sono e ci rimarranno sempre incognite, siamo costretti a considerare infinite uniformità parziali, le quali in mille modi s’intrecciano, si sovrappongono, si contrastano. Quando consideriamo una di quelle uniformità, e che i suoi effetti sono alterati o mascherati da effetti di altre uniformità, che non volevamo considerare, si suole dire, ma la locuzione è impropria, che l’uniformità o legge considerata patisce eccezioni. Ammesso questo modo di esprimersi, le leggi fisiche e chimiche e perfino le matematiche1 patiscono eccezioni, precisamente come le leggi economiche.

Secondo la legge di gravità, una piuma lasciata


  1. Supponiamo che un matematico possa osservare, ad un tempo, spazi euclidiani e spazi non-euclidiani. Nei secondi vedrà che i teoremi di geometria i quali dipendono dal postulato d’Euclide non sono veri, e quindi, adoperando la locuzione di cui si fa cenno nel testo, dirà che patiscono eccezioni!