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6 principii generali [§ 5-6]

occorre ammettere certe uniformità. Se i fatti A, B, C..., si separano dai fatti M, N, P..., è perchè si è osservato che i primi seguono uniformemente insieme, mentre non stanno uniformemente coi secondi; e tale affermazione è affermazione di una legge. Se chi descrive la semina del grano non ammette le uniformità, dovrà tenere nota di ogni particolarità; dovrà per esempio dirci se l’uomo che semina è di pelo rosso o nero, come ci dice che si semina dopo di avere arato. Perchè si omette il primo fatto e si tiene conto del secondo? Perchè, si dice, il primo nulla ha che fare col germogliare e crescere del grano. Ma che vuole dire ciò? Vuol dire che il grano germoglia e cresce allo stesso modo se chi lo semina è di pelo rosso, o nero; cioè che la combinazione dei due fatti non presenta alcuna uniformità. Invece quell’uniformità esiste tra il fatto dell’essere arato, o no, il campo ed il crescere bene, o male, il grano.

6. Quando affermiamo che A si è osservato con B, taciamo solitamente se consideriamo quell’incontro come fortuito, o no. Di tale senso equivoco si valgono coloro che vogliono esporre un’economia politica propria, pure negando che esista quella scienza. Se voi dite loro che, affermando che A accompagna B, ammettono un’uniformità, una legge, rispondono: «no, narriamo un fatto passato». Ma ottenuto per tale modo il consenso alla loro proposizione in un senso, tosto ne usano in un altro e predicano che pel futuro A sarà unito a B. Colui il quale, dal fatto che i fenomeni economici o sociali A e B furono uniti in certi casi, pel passato, trae la conseguenza che saranno pure uniti pel futuro, manifestamente afferma un’uniformità, una legge; onde è proprio ridicolo se, dopo ciò, nega l’esistenza di leggi economiche e sociali.