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[§ 113-115] introduz. alla scienza sociale 135

lenire le loro sofferenze. Se le classi superiori l’accolgono solo formalmente, poco o nessun male segue; ma invece, se la fanno sostanzialmente propria, alla società sovrastano gravissimi guai. Per il passato, fu notato molte volte che i popoli hanno bisogno di essere governati da una mano di ferro in un guanto di velluto. La giustizia deve essere rigida e parere clemente. Il buon chirurgo con pietose parole conforta l’ammalato, mentre con mano sicura, e che pietà non trattiene, ne taglia le membra.

114. In una società più ristretta, cioè in quella dei socialisti dei tempi nostri, vediamo i capi e in generale i più colti socialisti avere credenze alquanto diverse di quelle che dal volgo sono accolte. Mentre questo sogna una futura età dell’oro, che sorgerà col «collettivismo», quelli, ammaestrati anche dalla pratica del governo della loro società, o di pubbliche amministrazioni, hanno minor fede nella panacea del collettivismo, e di preferenza si volgono a riforme più prossime. Appunto tale diversità di fede riesce utile alla parte socialista, avendo ognuno la fede che meglio si confà all’indole propria e all’attività che deve usare.

115. La diversità d’indole degli uomini, congiunta all’opportunità di soddisfare in qualche modo il sentimento che li vuole eguali, ha fatto sì che nelle democrazie si è procurato di dare l’apparenza del potere al popolo, e la sostanza del potere ad una parte eletta; e fin ora hanno prosperato solo le democrazie ove ciò si è potuto conseguire; ma tale equilibrio è instabile e, dopo molti mutamenti, mette per solito capo a qualche radicale sconvolgimento.