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[§ 109-110] introduz. alla scienza sociale 133

nali recherebbero al sentimento di eguaglianza esistente negli uomini moderni.

Del rimanente quell’eguaglianza è spesso finzione. Ogni giorno sono concessi nuovi privilegi agli operai, i quali così conseguono uno statuto personale di non piccolo utile per loro. Come già osservammo, l’essere, l’operaio eguale al borghese non ha punto per conseguenza, colla logica del sentimento, che il borghese sia eguale all’operaio.

110. L’eterogeneità della società ha per conseguenza che le norme di condotta, le credenze, la morale, debbono essere, almeno in parte, diverse per le diverse parti della società, affine di conseguire il massimo vantaggio per la società. In realtà così segue più o meno nelle nostre società; ed è solo per finzione che si discorre di un’unica morale. I governi, per esempio, hanno concetti dell’onestà diversi di quelli che valgono pei privati. Basti ricordare lo spionaggio a cui ricorrono per carpirsi vicendevolmente de’ segreti della difesa militare1; le falsificazioni delle monete, sostituite oggi dalle emissioni di carta-moneta, ed altri simili fatti.

Giova anche notare che tra i privati troviamo le varie «morali professionali», le quali in qualche parte, grande o piccola, differiscono tra loro.

Tali differenze non tolgono che quelle varie morali possano avere pure una parte comune. Il problema, come tutti i problemi della sociologia è essenzialmente quantitativo.


  1. Nel 1904, molti giornali francesi discorsero, con gran lode e come se fosse una eroina, di certa donna che, essendo al servizio dell’ambasciatore tedesco a Parigi, lo tradiva e consegnava ad agenti del governo francese le carte che essa rubava all’ambasciata.