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4 | principii generali | [§ 2-3] |
2. In quasi tutti i rami dello scibile umano sono stati tenuti i tre modi che furono accennati sopra per lo studio dei fenomeni, e per solito hanno cronologicamente l’ordine in cui sono ora stati notati; coll’avvertenza che il primo si mescola spesso col secondo; e che il secondo per certe materie molto pratiche, è di poco momento.
Il libro di Catone: De re rustica appartiene al primo modo, con qualche accenno del secondo, nel proemio; i libri che sul finire del secolo XVIII si stampavano in Inghilterra in favore dei nuovi metodi di cultura appartengono parte al secondo modo, parte al primo; i trattati di chimica agricola e di altre simili scienze appartengono in gran parte al terzo modo.
Nella storia naturale di Plinio ci sono ricette chimiche o fisiche; altre ricette si rinvengono nei libri di alchimia; le opere moderne sulla chimica appartengono invece al terzo modo.
3. Per l’economia politica si trovano ancora, nella maggior parte dei libri, usati i tre metodi, e la separazione della scienza dall’arte non è ancora compiuta. Non solo il terzo metodo non si trova generalmente schietto e genuino nei trattati di economia politica, ma l’uso esclusivo di quel metodo è dal maggior numero degli autori biasimato. Adam Smith dice chiaro e tondo che «l’economia politica, considerata come un ramo delle conoscenze del legislatore e dell’uomo di Stato, ha due scopi, cioè: il primo è di procurare al popolo un’entrata e un mantenimento abbondante, o per dir meglio, di farlo capace di procurarsi da sè quell’entrata e quel mantenimento abbondante; il secondo è di procacciare allo Stato o alla collettività una entrata bastante per il servizio pubblico. L’economia politica mira a