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120 introduz. alla scienza sociale [§ 101]

è corretto, in qualche parte, dal fatto che ciò che essi chiamano sapere è semplicemente una qualità particolare di fede settaria; onde, piuttosto che i mali dello scetticismo, sono da considerarsi quelli che da tale fede hanno origine.

5.° Il contrasto tra le condizioni per operare e quelle per sapere appare anche in ciò, che, per operare, noi seguiamo senza altre certe norme del costume e della morale; nè veramente sarebbe possibile fare diversamente, non fosse altro perchè mancherebbero tempo e mezzi per risalire sino alle origini, in ciascun caso particolare, e farne la teoria completa; invece, per conoscere le relazioni delle cose, per sapere, occorre appunto discutere quei principii stessi.

Ad esempio, in un popolo bellicoso, i costumi sono favorevoli ai sentimenti guerrieri; ammesso che il popolo rimanga bellicoso, è utile ad esso che, almeno entro certi limiti, le opere degli individui vadano d’accordo con quei sentimenti; sta dunque bene, sempre entro quei limiti, il giudicare che una data opera è nociva per ciò solo che contrasta con quei sentimenti. Ma tale conclusione non sussiste più, ove si indaghi se giovi a quel popolo l’essere bellicoso o pacifico.

Similmente, dove esiste la proprietà privata, esistono sentimenti che sono urtati dalle offese a quella proprietà; e, sinchè si stimi utile di mantenerla, è logico di condannare gli atti che contrastino con quei sentimenti; i quali, per tale modo, sono valida misura di ciò che è bene o male in quella società. Ma cessano di essere tali, ove invece si ponga in forse se giovi conservare, o distruggere, la proprietà privata. Opporre ai socialisti, come usavano parecchi autori della prima metà del secolo XIX,