Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/122

112 introduz. alla scienza sociale [§ 95-96]

rattere mitico1 e che «i miti sono necessari per esporre in modo preciso le conclusioni di una filosofia sociale che non vuole ingannare se stessa...»2. Infatti, ogni qualvolta noi vogliamo procurare di intendere ciò che hanno pensato o che pensano certi uomini, occorre conoscere la lingua e i modi coi quali esprimevano i loro pensieri. Il Grote, per esempio, ha con somma evidenza fatto vedere che non possiamo intendere la storia degli antichi elleni, se non procuriamo di fare nostri, quanto è possibile, i miti che costituivano l’ambiente intellettuale in cui essi vivevano.

Similmente chi vuole operare attivamente sugli uomini deve parlare la lingua che usano, ed adoperare forme che a loro sieno accette, e quindi, generalmente, usare il linguaggio dei miti.

96. Ma la teoria del Sorel è incompleta; perchè, oltre a quei fenomeni soggettivi, ve ne sono pure di oggettivi, e non si può proibire ad altri di occuparsene. Il suo errore viene dal precetto che egli pone, che cioè «la sociologia deve avere sino dai principii un andamento schiettamente soggettivo, che sappia ciò che vuol fare e che subordini tutte le sue ricerche al genere di soluzioni che vuol difendere»3. Ciò può ben essere opera di propaganda, ma non è scienza. Non contendiamo sui termini; abbia pure quella cosa il nome che si vuole; come si può vietare ad uno di indagare quali fatti oggettivi ci sono sotto quei fatti soggettivi, o anche solo di ricercare le uniformità che presentano quei modi di considerare i fatti soggettivi?


  1. La ruine du monde antique, p. 213.
  2. Introduction à l’economie moderne, p. 377.
  3. Introduction à l’economie moderne, p. 368.