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GIAN RINALDO CARLI. 383

l' Italia primamente dono del Galileo e poi di Domenico Cassini: come sia stato trattato il primo, essendo vivo, ognun sa; e sa ancora che il secondo dovette trasferirsi in Francia, per far fortuna. Fattasi allora comune in cinque che eravamo al Calle la conversazione; e riconosciuto l’incognito per uomo colto, di buon senso e buon patriota; da tutti in varj modi si declamò contro la infelicità, per cui da un troppo irragionevole pregiudizio siam condannati a credere: che un Italiano non sia concittadino degli altri Italiani; o che l’esser nato in uno, piuttosto che in altro luogo di quello spazio di terra

Che Appennin parte, il mar circonda e l’Alpe,

confluisca più o meno all’essenza o alla condizione della persona. Fu allora, che, pregato l’incognito a dichiararci tutti i suoi pensieri su questo argomento, ed animato dalla sicurezza che la nostra bottega di Demetrio diveniva in quell’ora la conversazione delle persone di spirito (giacché qualche eterogeneo col medesimo Alcibiade se n’era partito, per far altrove il rapporto delle novellette del giorno, e poi consumar la sera con una clamorosa partita di tarocco o di cavagnola) egli si rasserenò all’atto, e così cominciò a ragionare.

Voi sapete, o signori, le vicende d’Italia molto esattamente perchè io m’astenga dal rammemorarle; pure permettetemi, ch’io riassuma brevemente la serie di alcune particolarità, per dimostrare l’origine e la cagiono delle divisioni che regnano tuttavia nella nostra nazione. Dacché furono convinti i Romani della gran massima, attribuita al primo dei loro re, di aver gli uomini in un sol giorno prima Mimici e poi cittadini; si determinarono, per salvezza della Repubblica, ad interessare di mano in mano tutta l'Italia nella loro conservazione; e quindi passo passo tutti gl’Italiani ammessi furono all'amministrazione della Repubblica: il perchè si perdettero le antiche distinzioni e denominazioni di quiriti, di latini, di socj, di provinciali, di colonie e di municipj: ma dal fiume Varo sino all’Arsa tutti i popoli divennero in un momento romani. Ora tutti sono romani, parlando degli Italiani dice Strabone; e Plinio chiamò l’Italia rerum Domina, come prima dicevasi la sola Roma. Il presidente Di Montesquieu asserisce nel libro Della grandezza e decadenza ecc. che un tal sistema fu una delle cagioni della decadenza di Roma, ma io credo ch’egli siasi ingannato: mentre nelle circostanze della potenza de’ grandi, i quali con l’oro tiravano al lor partito la plebe per avviarsi sempre più al dominio ed alla monarchia, non ci voleva altro espediente che quello di accrescere il numero de’ votanti nelle tribù, onde con la quantità ed indifferenza de’ voti contrabilanciare la parzialità e corruttela dei venduti cittadini di Roma: e questa verità fu sostenuta anche da Ci-