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380 SECOLO XVIII.

discorso sulla Scoperta dell’America (1790); di politica, confutando il Rousseau, col Ragionamento sulla disuguaglianza fisica, morale e civile degli uomini (1792).

Questi svariati frutti di un vivo ingegno e di un ampia dottrina, esposti generalmente in forma viva e chiara, sono raccolti, salvo tuttavia alcuni minori lavori e le Antichità italiche, in 19 vol. in-8º di Opere, stampate in Milano dal 1784 al 1794 nell’Imperial monistero di S. Ambrogio maggiore, dei quali il 2º fino al 7º comprendono l’opera capitale sulle Monete. Delle sue opere postume, e specialmente del suo Carteggio epistolare, che meriterebbe esser ricercato e dato in luce, aveva promesso una stampa in 10 vol. la stamperia Governale di Trieste poco dopo la sua morte; ma l’impresa rimase al Manifesto.

[Vedi su di lui, l’Elogio storico, anonimo, ma di Luigi Bossi, Venezia, Palese, 1797: l’Ugoni nella Continuazione ai secoli del Corniani, Torino, Unione editrice, V, 343, e P.L. Ginguené, nel Tipaldo, V, 336.]


Della patria degli Italiani. — Sono nelle città le botteghe da caffè ciò che sono nella macchina animale gl’intestini, cioè canali destinati dalla natura alle ultime e più grosse separazioni degli alimenti; nei quali canali ordinariamente quelle materie racchiudonsi, che, se in porzione qualunque obbligate fossero alla circolazione, tutto il sistema fisico si altererebbe e tutti gli umori si corromperebbero a grandissimo detrimento del corpo. In queste botteghe adunque si racchiudono; e, in certa guisa, si digeriscono i giuocatori, gli oziosi, i mormoratori, i discoli, i novellisti, i commedianti, i musici, gl’impostori, i pedanti e simil sorta di gente; la quale, se tali vasi escretorj non esistessero, facilmente nella società introdurrebbe un fatale notabilissimo pregiudizio. Tale però, almeno in alcune ore del giorno, non è la bottega del nostro Demetrio; in cui, se talvolta qualche essere eterogeneo vi s’introduce, per l’ordinario di persone di spirito e di colto intelletto è ripiena: le quali scopo delle loro meditazioni e de’ loro discorsi fanno le verità, e l’amore del pubblico bene; che sono le due sole cose, per le quali, asseriva Pitagora, che gli uomini divengono simili agli Dei.

In questa bottega s’introdusse jer l’altro un incognito, il quale nella sua presenza e fisonomia portava seco quella raccomandazione, per cui esternamente lampeggiano le anime delicate e sicure; e, fatti i dovuti offizj di decente civiltà, si pose a sedere, chiedendo il caffè. Si ritrovava per disgrazia vicino a lui un giovine appellato Alcibiade, altrettanto persuaso e contento di sè stesso, quanto meno persuasi, e contenti erano gli altri di lui. Vano, decidente e ciarliere a tutta prova. Guarda egli con un certo insul-