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minciano dal porre il caffè a secco in una gran brocca, che chiamano gbrik, e lo fanno riscaldare a fuoco lento, o semplicemente sopra ceneri calde, agitandolo sovente sintanto che sparge un grato odore, poi versanvi sopra dell’acqua, nella quale hanno fatto bollire la feccia del caffè del giorno precedente, e che si lascia chiarificate; poi lo ripongono sul fuoco, senza aspettare per ritrarnelo che bollisca; basta che veggano comparire una lieve schiuma biancastra simile al fior di latte, lo versano allora da un vaso in un altro due o tre volte. Per chiarificarlo pongono sul coperchio della caffettiera un lino bagnato d’acqua fredda, oppure ne gettano una cucchiajata nel caffè. Nulladimeno succede assai spesso che i Turchi lo prendono torbido per gusto; lo preparano talora più semplicemente: mettono le polveri di caffè nell’acqua alla quale fanno subire dieci o do-