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vrebbe preso la sua lira per celebrarlo; Orazio e Giovenale l’avrebbero immortalato nei loro carmi, Diogene non sarebbe ito a nascondere in una botte il suo tetro umore, beuto avrebbe di questo liquore divino, e avrebbe poi trovato più perfettamente l’uomo ch’ei cercava; il caffè avrebbe ricreato l’ipocondriaco Democrito, e quali ode non avrebbe inspirato ad Anacreonte!

Chi narrerà le meraviglie operate dal caffè? Vedete voi quella figura mesta, quel colorito pallido, quegli occhi smorti, que’ labbri appassiti? Colui è uno sciaurato infermo di milza. È stata invocata tutta intiera la Facoltà, e l’arte sua fu impotente. Ella lo ha spedito. Per fortuna un suo amico consiglia nel caso disperato alcune chicchere di Moka, ed il moribondo richiamato a sanità, finisce col seppellire la facoltà che non dispensava che pochi giorni di vita.