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zia senza intenderle e non sapeva in qual mondo io mi fossi.
Vieni a trovarmi, mio William; ora dobbiam vederei tutti i giorni, finchè io rimanga ancora in Inghilterra. Verrà pur troppo presto l’oceano a separarci per mesi ed anni.
Mio William, mio solo William, la tua Emma ti aspetta.
william a emma.
Londra, 9 agosto 18...
Tu mi hai promesso, Emma, che porterai con te questa mia lettera e che non la leggerai che a Madera. Qualche cosa di mio ti sarà compagno nel tuo viaggio e appena sbarcata in un paese straniero, una mia parola ti darà il primo saluto. Oh perchè non posso io chiudere in questo foglio fortunato tutto me stesso? Perchè mai la fantasia umana che ha creato gli spiriti, le ombre, i fantasmi, non ha tanta potenza da trasformare i corpi viventi in questi spiriti invisibili? Perchè mai i medici non possono conservare un uomo vivo addormentato per anni ed anni? Perchè mai il pensiero corre sempre più in là della mano? Perchè tanta sproporzione fra il pensiero e l’azione?
In questa mia lettera il mio spirito ti saluta, o Emma, e alleggiandoti intorno, vuole che l’isola su cui hai posto il piede sia per te un giardino, un paradiso; vuole che il suolo di Madera sia per te una terra benedetta che ti dia la salute, la pace, la gioia. Io avrà il coraggio di amare quell’isola che mi ha tolto la mia Emma per tanto tempo, io avrò il coraggio di benedire Madera. E tu mi hai scacciato dalla tua isola, coma Dio scacciava i nostri padri dal primo paradiso, nè mi hai concesso di venirti a trovare una sola volta, un’ora sola. Hai voluto far segnare la mia condanna colla penna d’un medico per te venerando, ma tu fosti il giudice crudele e maliziosamente ti sei nascosta dietro la tega d’un magistrato inappellabile. E colla tua so-