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chi momenti al mio petto e poi sùbito sùbito quasi per non lasciarmi un minuto solo d’angoscia prima ancora di sedersi, prima ancora di racconciarsi la sua folta capigliatura scomposta dall’ascoltazione mi disse in furia:

— Oh la cosa non è grave, non è punto grave; ella guarirà, ella guarirà di certo.

E quasi avesse compito la parte più importante e più difficile del suo compito, si sedette comodamente nella sua seggiola, ripigliando fiato, mentre spogliava l’alberetto d’alloro d’una fogliolina e la sottoponeva alla stessa opera di distruzione e allo stesso lento o voluttuoso fiutare, come aveva fatto un momento prima col mirto.

— Sì, mia buona signora, voi guarirete e presto. Questa è la parte più importante di quanto ho a dirvi; perchè appoggiandovi nella fede sicura della vostra guarigione, voi dovete tranquillamente e allegramente attendere a conquistarla. Voi mi avete l’aria di avere in voi stessa molta forza di volontà, di possedere molti di quei tesori morali che non si comperano col denaro, che pur troppo non si imparano nei libri, ma che fanno risparmiare a noi stessi e agli altri molti dolori. Incominciate a togliere sùbito dalla vostra malattia tutta quella parte di male che viene dalla paura, dalla trepidazione, dall’angoscia del domani. E poi, e poi, anzi sùbito, andate a Madera; a Madera, e in nessun altro luogo....

Ho ricevuto anche questa mattina una lettera di una mia cliente che è a Funchal da cinque mesi, e che mi ha consolato assai.

Sputava sangue ogni giorno; ogni sera aveva la sua febbricella; dimagrava a vista d’occhio; ed ora non ha più febbre, non sputa sanguigno, mi dice di aver ingrassato. Essa è felice di essersi recata a Madera.

Conosco già molti esempi eloquentissimi di guarigioni di malattie di petto ben più gravi della vostra ottenute con un soggiorno più o meno prolungato in quel paradiso di fiori che si chiama l’Isola di Madera.

Quando voi vi decidiate di andarvi, vi darò per i-