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I.

IN MARE


La mattina del 9 giugno 185..., alle undici precise io mi imbarcava nel golfo di Southampton Water sopra un piccolo vaporetto che doveva portarmi sul Thames, grosso steamer postale, che coi fuochi accesi e le àncore levate, stava aspettando con impazienza i passeggieri per il Brasile e il Rio de la Plata.

In quel vaporetto c’era tal folla che non poteva muovermi, e i parenti e gli amici si accalcavano intorno ai viaggiatori, stringendoli per le mani, accarezzandoli, piangendo con essi. Quante passioni, quante speranze, quanti dolori accalcati in quel luogo! e le passioni e le speranze e i dolori si espandevano senza Riguardi in mezzo all’andare e al venire dei marinaj avvinazzati dall’orgia notturna, e le parole d’amore, e i sospiri si perdevano fra il fracassio dei bauli, delle casse, fra lo strepito del vapore, che immobile a tanta poesia buttava fuori i suoi buffi regolari di fumo nero e di fumo bianco e immobile a tanto strazio incomposto di sentimenti umani, faceva girare le sue ruote con matematica regolarità. In tanto urto, in tanto tramestio cercai una nicchia fra le catene dell’àn-