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Tuo padre ti lasciò in eredità un dovere, un terribile dovere da compiere: vivere senza amare: esser donna senz’esser madre: ma io muoio tranquillo, perchè il giuramento di mia figlia non sarà violato ed essa farà tutto il bene che il padre non ha potuto compiere.


Non fare il male quando le passioni più irresistibili ci trascinano, quando le leggi umane ce lo consentono, quando il suffragio universale non ci condanna, è opera grande; è eroismo maggiore di ogni eroismo che si spieghi sui campi insanguinati delle battaglie.


Ma finchè ogni uomo non sarà capace di adempiere a questo dovere, l’umanità non avrà raggiunto il tipo della sua perfezione ideale.


Il tuo sentiero, mia Emma, corre sull’orlo di un abisso, ma tu puoi cogliere qualche fiore su quella via a cui ti condanna tuo padre. Tu hai una missione in questo mondo, tu hai a raggiungere un’erta a cui pochi arrivano; tu hai a farti vestale d’un fuoco santo che finora per propria fortuna gli uomini non lasciarono spegnere ancora, il fuoco sacro del dovere.


Chi si sacrifica al proprio dovere, vive in un’atmosfera dove forse non brilla il sole, ma dove il cielo è sempre sereno.


Chi compie il proprio dovere vive in un cielo eternamente sereno, in una calma che può essere malinconica, ma che impronta ogni atto della vita di una sublime dignità.


L’uomo servo del proprio dovere è più che un uomo, è un principio: è un Dio ideale, eppur vivente, di quanto ha di più bello, di più grande la natura umana.


I mediocri, i deboli, tutti passano riverenti e chi-