Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/6


— 4 —


Ognuno di noi deve aprire un solco in quella terra in cui i figli hanno a seminare il pane dell’avvenire. Questa terra bagnata di sangue l’abbiamo a fecondare del nostro sudore; e chi ebbe dagli elettori la più alta missione che si possa affidare ad un cittadino, ha maggiori doveri degli altri di preparare la terra per una Italia migliore.

E quando dico un’Italia migliore, voglio dire degli Italiani più sani e più onesti prima di tutto, poi più operosi e più sapienti, che è quanto dire più ricchi e più potenti.

A quest’opera io dedico modestamente il meglio del mio sangue, il meglio del mio tempo. Forse, quando la finanza e gli ordini del giorno non formeranno tutta la politica italiana, anche in Palazzo Vecchio sarò meno indegno del vostro mandato.

Ho fatto questo libro con questi intendimenti, e ho voluto scrivere sulla prima pagina il vostro nome, e per mostrarvi quanto io senta il pregio dell’onore conferitomi e perchè voglio dedicare a voi uno scritto, in cui mi adopero con tutte le mie forze a far sì che gli Italiani abbiano ad essere più robusti e più onesti; perchè abbiano ad edificare sulla base tetragona della salute e dell’onestà un edifizio splendidissimo di ricchezza e di gloria.

Vorrei essere un grande artista della penna per potervi dire: ho scritto il vostro nome e il benefizio vostro sopra un libro forse che non morrà; ma invece mi accontento di dirvi che l’ho scritto sopra un libro utile e morale.

Vivete sani e amatemi.

San Terencio (Lerici). 27 Luglio 1868