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Mio padre ansava orribilmente.

— Sì lo giuro, mio babbo lo giuro.

— Giuralo per tua madre, per tuo padre.

— Sì, babbo, giuro per te, per mia madre. Vivrò e morrò sola.

Mio William, gli occhi di mio padre lampeggiarono allora di una gioia divina. Mi gettò le braccia al collo, mi coperse di baci; ed io accanto a lui piangeva e piangeva, e sentiva che le braccia e le mani sue si andavano raffreddando. Non ricordo più quel che avvenisse più tardi; questo solo ricordo che pochi momenti dopo mio padre era morto.

William, intendi ora perchè Emma non può essere tua? Intendi tu ora il mio dolore? Hai tu ancora il coraggio di maledirmi?

William, leggi che cosa stava scritto sulle pagine lasciatemi da mio padre; leggi e vedi se alcuno in questo mondo possa dirsi più sventurato di me.

Addio, William, vieni a vedermi, dopo aver giurato a te stesso che non puoi essere, che non vuoi essere altro che mio amico, che mio fratello.

RICORDI A MIA FIGLIA EMMA.

Nessuno ha il diritto di dar la vita ad altri, quando la ragione, l’esperienza, il consenso universale gridano ad alta voce che questa vita sarà breve, malaticcia, infelice.


Mente per la gola, bestemmia contro Dio e contro la nostra dignità chi nega all’uomo il libero arbitrio.


Tutte le convinzioni, tutte le speranze d’un avvenire immortale sono sante dinanzi alla ragione, quando tendono ad elevare l’uomo in una sfera di sentimenti che lo fanno grande anche nella vita terrena; ma è eretico contro Dio e contro la ragione chi nega all’uomo la libertà del pensiero e dell’azione, chi gli rifiuta il santo battesimo del libero arbitrio.


Non v’ha forza di passione, non fascino d’amore,