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di comuni angoscie, dopo tanti dolori comuni; hai tu bisogno delle parole per sapere chi ama la tua povera Emma? Non lo sai tu meglio di me? Ma Emma non può esser tua, nè d’altri; essa è legata da un santo giuramento a viver sola, a morir sola. Il mio sangue è maledetto, è sacrato fatalmente a spegnersi in sè stesso; e il tuo amore e il mio, e tutte le forze umane unite insieme non potrebbero scongiurare questa sentenza inesorabile, dinanzi a cui la tua Emma ha piegato il capo già da parecchi anni; anche prima che ella ti avesse conosciuto.

Giurai a mio padre di non esser mai la sposa di un uomo, quando io ignorava che cosa fosse l’amore, e quando l’affetto per mio padre mi riempiva tutto il cuore. Giurai di non portar mai sulle mie ginocchia un bambino che mi guardasse teneramente e sorridendo mi dicesse: mamma! quando io stessa era poco più di una bambina. Ora io so che cosa voglia dire amare: so che è qualche cosa più che il vivere; indovino ora che cosa debba essere una madre: ma io non sarò mai nè sposa, nè madre, nè potrò mai violare il mio giuramento.

Oh! perchè, mio William, un destino crudele ti ha spinto sul mio sentiero, perchè mi hai tu amato, perchè mi hai tanto amato? Io sola avrei portato tutto il peso del mio dolore, io sola mi sarei perduta nel vuoto infinito della mia solitudine, sola colla memoria di mio padre, fiera di adempiere un dovere, di serbarmi fedele alle sue ceneri, alla santità della mia parola! Perchè mai ti ho tratto nel vortice della mia fatalità inesorabile, immutabile?

Stammi a sentire, mio William, e vedi quale dolore eguagli il mio. Non so se nascessi come tutti gli uomini piangendo, ma questo ricordo che la mia fanciullezza fu un solo pianto, che divenni grandicella piangendo e che le lagrime più amare ho versato poi, quando divenni una donna. Ho vissuto in mezzo ad un dolore che variando sempre non si stancava mai.

Giuocava colle mie sorelle maggiori; aveva carissimo sopra tutto un fratello, John, di dodici anni; e quando io non poteva vivere senza di lui, cadeva ma-