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seguo che la penna ha lasciato sul vostro foglio crudele. Voi non sarete mai d’altri, ma non sarete neppur mia. Non capite voi che questa è più crudele tortura di quante seppero immaginare i crudeli inquisitori di Spagna? Non capite voi che a questa tortura non vi ha calma che basti? Non capite voi che la pazzia e il delirio sono i frutti di questi tormenti?

Qual mistero vi circonda? qual è il genio del male che si è messo fra me e voi? Chi è più forte di noi? Chi osa nel silenzio stritolare ad una ad una le articolazioni di un bambino innocente: rompere le membra del nostro amore? Chi mai osa dirsi più forte del nostro amore? Perchè non mi avete detto che mi odiate? Non vi avrei creduto; forse avrei potuto pensare che mi avete amato, ma che ora un amore più potente, più grande aveva cancellato il mio. No, non avrei creduto neppur questo. Ma perchè almeno non avete tentato di farmi disperato e moribondo, e morto in una volta sola? Chi vi dà diritto di tenermi sospeso fra cielo e terra, con un piede nell’inferno e la chioma in paradiso? Chi vi ha dato ad un tratto il genio dell’assassino e del carnefice?

Miss Emma, miss Emma, abbiate compassione di me che vi amo tanto, che piango come un fanciullo... ma anche voi mi amate.

william a emma.

Londra 15 Gennaio 18...

Perchè tacete miss Emma? Perchè siete tanto crudele? siete forse nata in Ispagna? Avete nelle vostre vene il sangue di San Domenico? Uccidetemi per carità in una volta sola; ogni fibra del mio cuore spasima, ogni sentimento piange; tutte le facoltà dell’anima mia non sono che dolore; tutto quel che sono, tutto quel che penso, non è che dolore. Non avrei mai creduto ohe l’uomo potesse soffrire tanto e non stancarsi nel dolore. Aveva ragione Byron di dire che il dolore è mezza della sua immortalità.