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popoli e degli individui non nascono, non si trasformano non si sciolgono con questa semplicissima combinazione: l’incontro d’un uomo e d’una donna?


Il Thames non levò l’ancora che a tarda sera. Tutti ritornavano a bordo cantando e ridendo, felici della loro giornata; gli uomini riscaldati dal vino vulcanico dell’isola, le donne inebbriate dal profumo dei fiori, esaltate dal moto dei cavalli ardenti di Madera; tutti colle mani piene di canestri eleganti di paglia, di ninnoli graziosi di legno, di merletti bellissimi; tutti contenti, chiassosi, cianciosi.

Io invece era nascosto nella mia cabina e guardava ogni schifo che si spiccasse dalla riva per sapere se in esso vi fosse il mio William. E vedete, mistero del cuore umano, io desiderava ardentemente di vederlo ritornare, benchè solo. Tremava, che rimanesse nell’isola, e io lo voleva a bordo ancora con me, benchè solo e benchè infelice.

Dinanzi a quei due mi sentiva uno straniero, un intruso; ma mi pareva che anch’io dovessi riscaldarmi al sole di quella passione, quand’anche non avessi dovuto essere che il cagnolino che ai piedi del leone lecca, ammira ed ama.

Ma William non venne a bordo nè solo nè accompagnato. La notte era profonda, ed io chiusi con dolore la finestrella della mia cabina.

III.

UN’ALTRA VOLTA IN MARE.

Tutta quella notte sognai di William, e, devo dirlo, anche di Emma, e più spesso di lei che di lui. Se il mio nuovo amico era per me un tipo vivente della forza, dell’intelligenza, della bellezza, quella creatura azzurra apparsami dinanzi a Madera per pochi minuti, sospesa fra l’azzurro del cielo e l’azzurro dell’Oceano, era per me un’immagine dell’ideale incarnato in una donna; e in quella fragile creatura, che aveva avuto per un momento stesa dinanzi a me fra le erbe aromatiche di quell’isola incantata, tanti misteri ve-