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lore della cera: le sue labbra livide e insanguinate nuotavano sul cuscino in un lago di sangue che innondava anche il letto ed era caduto sul tappeto. E quelle labbra si aprivano e si chiudevano, e l’ultimo fiato gorgogliava nel sangue. Mi gettai sulla mia figliuola, la abbracciai stretto stretto, le gridai: Emma, Emma con una forza tale che il mio grido mi spaventò.

Ella aperse gli occhi, volle parlare, sollevo una mano e mi fece cenno allo scrittoio e poi, agitandosi e raccogliendosi in uno sforzo supremo, appoggiò le sue labbra al mio orecchio e chiaramente pronunciò il tuo nome, o William; e poi mi cadde a rovescio ed io perdetti i sensi.

Mio William, io rimasi fuori di me due giorni e due notti e non riapersi gli occhi che per piangere, tutto quel che mi resta di anni o di mesi in questo mondo; non riapersi gli occhi che per sentirmi infelice e sola.

Parecchi giorni dopo la morte della nostra Emma, ricordai quel gesto supremo con cui mi aveva fatto cenno allo scrittojo, e con religiosa paura andai là e apersi il cassetto. Sùbito mi cadde sotto gli occhi una lettera suggellata e diretta a te. Te la mando, o William, dopo averla baciata cento volte.

Io sento che in quelle pagine il nostro angelo deve aver chiuso qualche santo pensiero che sarà un balsamo per te, che l’hai tanto amata. Io sento che in quelle pagine tu troverai il coraggio per vivere, la forza per sperare; e non so distaccarmi da quell’ultimo tesoro, senza dolore e senza una orribile trepidazione che in sì lungo viaggio possa andare smarrito.

Possa un angelo accompagnare quel foglio attraverso l’Oceano; possa giungerti intatto...

William; io so di averti dato con questa mia lettera lo strazio più crudele che possa sopportare il cuore di un uomo; ma anch’io piango e soffro e vivo perchè t’aspetto: e conterò i giorni e le ore, perchè so che col primo pacchetto postale di Panama tu sarai qui con me. Fino allora io terrò lontano dalla casa dove visse la nostra Emma, ogni curioso, anche gli amici. Nessuno toccherà i suoi libri, i suoi fiori, i suo cembalo, tutto ciò che fu suo.