Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/117


— 115 —


che parlava tre lingue, che leggeva molto, che scriveva; era un cuore di zucchero innamorato della sua padrona, con cui viveva tutto il giorno, con cui dormiva di notte, di cui era innamorata. Qui si dice che la tisi non è contagiosa, ma io so che la mia Jessy, che era bella e fresca come una rosa, pigliò il male dalla sua padrona, e io so che quando questa fu morta ed io doveva sposare la Jessy, questa fu presa da un male che i medici di Funchal chiamarono bronchite, ma che infine era una tisi bella e buona. Fu malata due mesi, ma la convalescenza non finiva mai. Mangiava, camminava, ma era debole, e la tosse non se n’andava mai; ed era magra magra.

Ad onta di tutto questo Jessy era allegra come un pesce, e mi diceva di esser magra, perchè era innamorata di me, e che quando ci fossimo sposati, saremmo guariti. Mio padre mi diceva sempre: Sebastiano, Sebastiano, quella donna non è per te; è troppo delicata, tu la perderai presto e tu avrai figli malati. Sebastiano, va a Lisbona a trovare tuo zio, dimentica Jessy: io mi sono innamorato dieci volte prima di sposar la tua madre e vorrai tu sposar proprio la prima donna che t’è venuta fra i piedi?

Mio padre aveva ragione, ma nessun medico mi sconsigliò da quel matrimonio: ma a che servono i medici? Servono a tormentare i malati, ma non a tener sani i sani.

Eravamo tanto innamorati! Ci sposammo: Jessy rimase subito incinta e durante la prima gravidanza cessò la tosse, ingrassò un pochino; io mi credeva il più felice degli uomini; ma venne il parto e d’allora in poi la vita di Jessy fu una lenta agonia; ed io, ignorante come una bestia, la vedevo migliorare ad ogni gravidanza, e aveva sempre nuovi figli. Nessun medico mi diceva che ad ogni parto mia moglie era più debole di prima, che ogni figliuolo le dava una spinta verso la tomba.

Il buon clima di Madera la tenne viva otto anni, che tanti ne durò il nostro matrimonio; in Inghilterra sarebbe morta in pochi mesi. Il cielo della nostra isola le concesse una lunga, una dolorosa agonia.