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qual delitto avessero commesso quei giovani, ma di certo il peccato deve essere stato ben lieve o il giudice molto pietoso, dacchè furono puniti col dover vivere e col morire insieme in un luogo di paradiso.

A pochi passi dalla spiaggia si innalzava un cedro antico quanto l’isola, una vera foresta, una cupola di nera verdura, un labirinto di rami e di foglie che filtrava il sole e rompeva l’urto delle procelle. Nel suo seno ospitale il caldo dell’estate diveniva languido tepore, l’aquilone dell’inverno una fresca brezza. Là i due amanti rejetti dall’Inghilterra si fecero una capanna, il loro nido d’amore, e là vissero felici, chi sa quanti anni e senza figliuoli.

La tradizione dice che essi non si muovessero mai da Machico. Senza figliuoli, senza amici, senza nemici non ebbero altro tempio che la volta sempre verde del loro cedro; non ebbero altro orizzonte che l’orizzonte sempre azzurro del mare; non ebbero altro amore che il loro amore.

Anna morì prima di Machim, e Machim la seppellì sotto quel cedro; ne tagliò un ramo e con esso scolpì una croce, la più bella che mai si avesse veduta. Piantata la croce, ne fece un altra perfettamente eguale, e scavò accanto alla prima fossa un’altra fossa. Appena l’ebbe finita morì. Nessuno dei vicini udì una parola escire dalle labbra di Machim dopo la morte di Anna. Un mattino lo trovarono morto steso al suolo colle braccia avvinghiate intorno alla croce che la copriva. Convenne distaccarlo a forza, e lo si seppellì accanto alla compagna.

Per molti e molti anni quel cedro fu creduto sacro all’amore: gli amanti traditi andavano a piangervi la loro sventura; gli amanti sventurati andavano ad implorarvi la gioia di essere amati; forse ancora gli amanti felici vi andavano a mormorare parole di amore al chiaro di luna. Quelle due croci non davano la immagine di un cimitero; erano l’altare di un amore felice. I venti susurravano sempre dolcemente fra i rami del cedro, e le onde del mare mormoravano soavemente ai piedi di quelle croci.

Un giorno il governatore Tristâo Vaz Teixeira, quel-