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fino ad ora che il profumo lontano, tu mi devi fare una promessa. Tu mi hai a promettere di lasciarmi un posticino, fosse pur piccolissimo, in ogni tuo fiore, in ogni tua ammirazione per Madera. Soltanto in questo modo potrò amare anch’io la tua isola.

Quando, portata sul dorso del tuo cavallo, dall’all’alto di una rupe nera nera guarderai giù nella valle e vedrai fra le canne ondeggianti dello zucchero i cespugli fioriti delle rose, e il vento te ne porterà gli odori inebbrianti; quando tutt’all’intorno ti vedrai un mare sereno e tranquillo e non saprai dove fermare il tuo occhio innamorato in mezzo a tutto quel mare di bellezze, tu hai a dire: Che cosa penserebbe William, se mi fosse qui a canto?

E quando ti porterai trionfante a casa nel tuo canestro tutto un bottino di fiori, tutto un diluvio di rose, di gelsomini, di eriche, di ramoscelli di mirto, e quando nella tua cameretta sospirerai profondamente respirando tutta quell’aria profumata, m’hai a dire: Non senti, William, questa voluttà che rassomiglia tanto alle gioie dell’anima?

E quando alla sera porterai alla spiaggia il tuo scialle e là sdraiata, coi tuoi piccoli piedi presso all’onda del mare, ti perderai nel profondo di un cielo trasparente come lo zaffiro accompagnando i tuoi sogni e i tuoi pensieri coll’alterna carezza dell’onda, anche allora, Emma, pensa subito: Come sarebbe felice William, se fosse qui con me, coricato anch’egli sulla fresca arena!

Vedi, mia Emma, non mi chiamare esigente: no, chiamami soltanto innamorato. L’amore è la vita intiera divenuta un desiderio; è la vita tutta quanta con tutta la sua forza, con tutto il suo caldo, con tutti i suoi misteri trasformati in una cosa sola; in un desiderio senza confini, in un desiderio insaziabile, onnipotente, infinito.

Intendi, Emma, che cosa voglia dire un uomo tutto trasformato in un desiderio? Intendi che cosa voglia dire avere in un pugno solo la bellezza, la gioventù, l’ingegno, l’ardore dei sensi, l’ambizione, l’odio, il pensiero, la poesia, tutte le forze umane; e sentirle