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un sogno | 45 |
vedevano al mondo che l’infame capitale in basso e Dio Marx in alto, un grande precursore del Turati.
Vi erano poi i socialisti della letteratura: qualche uomo di talento, alcuni mediocri, e dietro il gregge infinito degli autori traditi dalla sorte, cui l’avvento del socialismo sorrideva come una rivendicazione della propria genialità incompresa, ad una santa opera nella quale la tirannia del capitale più non tarperebbe le ali ai voli sconfinati del pensiero.
Essi sognavano il giorno felice, in cui la sordida avarizia degli editori più non contrasterebbe l’ineffabile dolcezza di far gemere i torchi, e quel sogno li esaltava, faceva vibrare le parti più sensibili e più accese del loro cuore.
Il socialista letterato era un animale entusiasta, espansivo, convinto fino all’assurdo delle proprie idee, ma personalmente molto innocuo.
Il Bianchini distingueva per ultimo i socialisti della cattedra, e trovava al suo