Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
16 | l’anno 3000 |
— Paolo mio, tu mi fai troppo superba di essere romana! —
E di nuovo i due fidanzati tacquero, mentre il loro idrotaco scorreva sulle onde del golfo, rompendo ad ogni suo movimento le maglie della rete d’argento, distesa sul pelo dell’acqua.
Intanto si avvicinavano all’antico Arsesenale di Spezia e un suono monotono e lugubre giungeva al loro orecchio; ora confuso e appena percettibile, ora chiaro e distinto; secondo le vicende della brezza notturna.
Gli occhi di Paolo e di Maria si volgevano là donde quel suono veniva e pareva che sorgesse dall’onda, dove un corpo rotondo galleggiava sull’acqua, come un’immensa testuggine marina.
Verso quel punto diressero la loro navicella e il suono si andava facendo più forte e più triste. A pochi passi da quel corpo galleggiante fermarono l’idrotaco.
— Che cos’è questo corpo?
— È un’antica boa, a cui i barbari del