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che arde di giorno e di notte, e l’altra mano è appoggiata sopra un’áncora di bronzo. Nel piedistallo che sorregge la statua è incisa questa parola: Sperate.

Entrati nel tempio si sentirono come compresi da un sacro terrore. Il silenzio più solenne regnava in quell’immensa sala poco illuminata da finestroni dai vetri azzurri, che facevano piovere sugli uomini e sulle cose una luce singolare; malinconica, ma non triste.

Era la casa dei morti.

Nell’anno 3000 è permesso ogni metodo di distruzione e di conservazione dei cadaveri umani, purchè non sia nocivo alla salute. Ognuno morendo esprime il desiderio di essere sepolto, cremato, disciolto, imbalsamato, e nel grande cimitero di Andropoli si possono vedere tutte le bizzarrie dell’umano ingegno a proposito dei morti.

Quando la morte sia improvvisa o il defunto non abbia espresso alcun desiderio sul modo con cui debba esser trat-