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40 L'amicizia nel vecchio

L’amico è morto, ma i superstiti lo hanno ereditato e assorbito e nel circolo comune rimangon vivi i suoi motti spiritosi, i suoi tic speciali, le sue innocenti manie, per cui la voce sua rimane ancora fra quelle voci, il suo pensiero pensa sempre con gli amici suoi; e se potesse alzare il capo dalla tomba, vedrebbe che la parte migliore della sua eredità è rimasta, senza bisogno di testamento, in quel crocchio di teste canute, strette fra di loro dalla santa fratellanza d’elezione.

Ad ogni amico che scompare, le file si serrano e il circolo si restringe, guadagnando in intensità ciò che è andato perdendo in estensione; e quando son due o tre soli i rimasti, concentrano in sè tanti tesori di memorie, tante tenerezze di affetti, tanta irresistibilità di simpatie reciproche da formare una vera e propria famiglia, in cui la parentela non porta nomi speciali, ma che è un succo condensatissimo di tutto ciò che ha di più caro e di più alto l’umana natura.

Da quei circoli non è esclusa la donna, anzi vi entra, vi porta una nota tutta