Pagina:Mantegazza - Elogio della vecchiaia.djvu/44

20 L'amore nella vecchiaia

E l’amore del vecchio, luce e tenebra in una volta sola, crepuscolo misterioso del polo, non tramonta che coll’ultimo sospiro e senza ch’egli abbia dovuto pronunziare le terribili e nefaste parole papali: non possumus.

Questa ideale perfezione è privilegio singolare dell’uomo monogamo e virtuoso, che continua ad amare la sua compagna anche quando le si imbiancano i capelli e incomincia il naufragio della forma.

Allora la consuetudine supplisce a ciò che il tempo ci toglie e l’esser invecchiato insieme dà quasi una nuova e più stretta parentela, che non sia quella che unisce due giovani sposi. La lunga e non interrotta catena dei dolci ricordi, le burrasche superate insieme, l’eguaglianza nella debolezza e il bisogno dei reciproci perdoni; un intendersi tutto con uno sguardo solo, formano ai due vecchi un clima tutto speciale fatto di tepori e di morbidezze; che se non è proprio amore, è qualcosa che molto gli rassomiglia e che in ogni modo è largo dispensatore di intime compiacenze e di occulte e misteriose voluttà.