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Se aprite un libro di fisiologia, vi leggete che la donna fra i quarantacinque e i cinquanta anni vede cessare il tributo lunare e che l’uomo dopo i sessanta non può più combattere le dolci battaglie d’amore. Queste cifre son varie secondo gli osservatori, varie secondo i climi e la costituzione di ciascuno; ma oscillano sempre fra punti molto vicini.

Queste cifre crudeli ci dicono quindi che, come nelle piante così nell’uomo, la vita dell’individuo sopravvive a quelle della specie e che il carattere più saliente della vecchiaia è forse quello di dover rinunziare ai piaceri d’amore.

L’igienista ricalca i suoi precetti sui dati che gli porge il fisiologo, e ci insegna di non tormentare organi condannati dalla natura al riposo e ci dice di non