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300 | dialogo intorno alla vecchiezza |
o Scipione, avete passato a rassegna, non è grave la vecchiezza, bensì lieve e gioconda.
Se per credere che l’anima degli uomini sia immortale, io m’inganno, ciò faccio di piena mia volontà, né finché vivo mi distoglierò da un’illusione che tanto mi piace. Se poi con la morte, giusta l’opinione di superficiali filosofi, si spegnerà ogni mio senso, allora non mi avverrà certamente di udire le loro derisioni, e quando pure giudicassero rettamente coloro che non prestano fede all’immortalità dell’anima, non avvi di che rammaricarsi che l’uomo finisca a tempo opportuno. Come avviene d’ogni terrena cosa, l’umana vita trova il suo compimento, che appunto nella vecchiezza è riposto. Quest’ultimo atto (così avviene anche nella commedia) non debbe recitarsi con stanchezza, e meno ancora lasciarne scorgere la sazietà.
Io queste cose vi dissi sulla vecchiezza, la quale voi pure per la Dio grazia raggiungerete, affinché, dalla stessa vostra esperienza ammaestrati, questi miei precetti possiate utilmente praticare.
FINE