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294 dialogo intorno alla vecchiezza

prenderci anche in questo medesimo giorno. L’uomo che trema ad ogni istante di vedersene colto, può egli mai conservare l’animo imperturbato? Nè è d’uopo di molte parole a dimostrarlo.

Basti di rammentare quel Giunio Bruto che morì sul campo per la libertà della patria; i due Deci che si scagliavano di carriera contro le spade nemiche; Attilio Regolo che andò incontro al supplizio, anzichè tradire la data fede; i Scipioni, che ambedue chiusero il varco ai Cartaginesi col proprio cadavere; l’avo tuo Lucio Paulo, che lavò col sangue la macchia del temerario collega nella vergognosa rotta di Canne; Marco Marcello, alle cui spoglie mortali lo stesso ferocissimo nemico non rifiutò gli onori della sepoltura. Che più? Se le stesse nostre legioni (come dettai nel libro delle Origini) con lieto e intrepido animo coprirono quei posti di combattimento da cui sapevano perduta ogni speranza di ritorno? E questa morte adunque, la quale da giovinetti e da uomini ignoranti e rozzi non è temuta, dovrà sgomentare l’animo del vecchio assennato?

Fu sempre in me ferma l’opinione, che dalla sazietà d’ogni cosa si arrivi alla sazietà della vita. Vediamo i fanciulli: amano certi semplici giuochi; se ne curano essi quando fatti giovinetti? E i passatempi di costoro non vengono forse a noia nell’età virile? Alla sua volta questa si compiace di tali esercizi da cui distogliesi al vecchiezza. Nè a questa estrema età mancano pure godimenti che le si attagliano. Ma nello stesso modo con qui vengono meno le sensazioni gustate nei precedenti stadi, spengonsi quelle della vecchiezza. Scema il diletto