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292 dialogo intorno alla vecchiezza

tutto ciò che avviene secondo l’ordine di natura, avvi mai cosa più ad essa consentanea che gli uomini d’età più remota sieno da morte colpiti, quando i giovani medesimi soccombono ripugnante per essi la stessa natura?

Laonde il morire dei giovani rassomiglia a fiamma sommersa all’improvviso nella piena dell’acque, e invece la vita manca nei vecchi, siccome fuoco, consumata l’esca, di per sè a poco a poco si estingue.

In quella guisa che è d’uopo adoperare la forza per divellere dal ramo il frutto ancora acerbo, il quale se fosse arrivato a maturanza cadrebbe da sè, così nella gioventù è violento il disgiungersi della vita, e ne’ vecchi avviene per maturità.

Del quale pensiero essendomi fatta piacevole abitudine, quanto più m’innoltro verso il limite della terrena carriera, mi sembra quasi di ravvisare la spiaggia, ed arrivare in porto tranquillo, dopo lunga e procellosa navigazione.


XX. — (Dispregio della morte per forza di ragionamento.) — Tutte le età hanno un termine determinato, ma quello della vecchiezza è incerto. La sopporta onorevolmente quel vecchio, che senza lasciarsi sgomentare dal pensiero della prossima fine non dismette le funzioni del proprio stato. Da ciò dipende che la vecchiezza sia anche più intrepida e ferma della gioventù.

Tale era appunto l’opinione di Solone, quando richiesto dal tiranno Pisistrato dove mai trovasse la forza di resistergli con tanta energia, narrasi, gli rispondesse: nella vecchiezza!

Merita preferenza sopra ogni altro, il fine