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di marco tullio cicerone 285


Abbia pur vanto la gioventù nell’armeggiare, nel guidare destrieri, nel maneggio del giavellotto e della clava, sia pure agilissima alla corsa ed al nuoto. Fra i vari giuochi resta sempre a noi vecchi il passatempo dei dati e della trottola. Ambedue questi giuochi sapranno spassarci; ma non sono necessari alla vecchiezza; non le mancano passatempi piacevoli anche priva di essi.


XVII. — (Re agricoltori dell’antico evo.) — Senofonte scrittore di tante ottime cose, delle quali io attenta lettura vi raccomando, nel suo libro appellato Economico, intorno al governo domestico, porta al cielo l’agricoltura: e siccome uomo che alla regale maestà non reputava indecorosa la pratica di essa, ivi introduce Socrate a narrare a Critobulo, di Lisandro spartano personaggio di preclaro ingegno venuto in Sardi, quel messo della lega greca, per offrire presenti a Ciro il Minore re de’ Persiani, rinomato per prestanti virtù e glorioso impero. Questo monarca che adoperava con l’ambasciadore modi urbani e cortesi nei pubblici affari, un giorno prese a mostrargli il proprio giardino chiuso da ben contesta siepe, dove stavano leggiadri filari di bellissimi alberi. Lodava Lisandro la superba altezza di essi con leggiadria allineati, a spazi equidistanti, il terreno perfettamente purgato e il soave olezzo de’ fiori "non sì forte meravigliandosi (esclamò) di tanta precisione, che della solerzia e maestria degli autori ed esecutori di sì egregio disegno". - "Io stesso qui tutto disposi, soggiunse Ciro, mio l’ordine, mia la distribuzione, e non pochi di tali