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284 dialogo intorno alla vecchiezza

comando che Caio Servilio Aala mastro della cavalleria, tolse di vita Spurio Mevio il quale cospirava a farsi Re. Dalle loro ville, quel Marco Curio e i Senatori venivano al Senato; e da quel costume di abitare i campi ne venne poi nome di Cursori ai messi incaricati di recare ai Senatori la lettera d’invito.

Or dunque di che mai si potrebbe lamentare l’esistenza di questi vecchi che presero piacere all’agricoltura? È mia opinione che di più beata non se ne possa immaginare, non solo per il giovamento alla salute dell’uomo, ma per le distrazioni che porge, per l’abbondanza e dovizia d’ogni cosa atta al vitto nostro, non che ai riti degli Dei. Verso le quali voluttà da molti appetite perchè non disoneste, io non mi dimostrai troppo severo. Grazie poi alle cure di esperto e diligente padrone, li granai, la cantina e le stalle contengono in abbondanza vino, olio, ed ogni derrata; avvi copia di majali, capretti, agnelli e pollami.

L’orto dei legumi fornisce di camangiari sussidiari la loro cucina, e quando la stagione dei raccolti è chiusa, non mancano l’uccellazione e la caccia.

Accennerò io brevemente li prati sempre verdi, li simmetrici filari d’alberi, la leggiadra disposizione dei vigneti, e i fecondi uliveti? Nulla può paragonarsi a campo ben coltivato per la ricchezza dei frutti e per il lussureggiante aspetto; la vecchiezza medesima anzichè distogliersene, se ne trova eccitata e sedotta.

Dove, meglio che in villa, il cadente vecchio può ristorarsi al vivido raggio solare, alla allegra fiamma del focolare; o nell’estiva stagione, al rezzo amico, o nel bagno di acque salubri?