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278 | dialogo intorno alla vecchiezza |
li quali gusti di frequente mi prendo nella mia villa Sabina. Ivi convito ogni giorni i vicini a cena e vi sediamo fino a notte inoltrata passando il tempo in giocosi discorsi sopra vari argomenti.
Che lo stimolo sensuale, non si faccia sentire con molta vivacità nei vecchi, lo credo. Tuttavia l’astinenza non debbe costare ad essi molta fatica. La privazione d’una cosa non più desiderata, cessa d’essere molesta.
Sofocle richiesto da taluno già in età avanzata perchè non si prendesse i piaceri di Venere "Dio me ne guardi", rispose, "di piena volontà li sfuggo, siccome da tiranno dispotico e sfrenato". Per verità coloro che sono ghiotti di questi diletti, ne trovano spiacevole e molesta la privazione; quelli poi che a sazietà ne gustarono, sono assai più paghi di averli abbandonati, che di goderne. Siccome la pena dell’astinenza non è sentita da chi non appetisce, preferisco la mancanza del desiderio al possesso.
I giovani certamente trovano mercato più facile e spontaneo di certe voluttà; ma anzitutto, diciamolo pure, sono questi piaceri riprovevoli. - Se poi la vecchiezza non può goder degli altri a profusione, non le manca mezzo tuttavia di gustarli con moderazione. L’attore Turpio Ambivio diletta certamente assai più coloro che siedono ai primi posti, ma ponno averne piacere anche gli spettatori collocati ai secondi.
Del pari la gioventù assapora i piaceri più spensieratamente perchè vi si abbandona con maggiore intimità, ma i vecchi hanno mezzo di esserne soddisfatti anche tenendosi a moderata