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256 dialogo intorno alla vecchiezza

allo splendore delle tue cariche, ti avviene di sopportare la vecchiezza più agevolmente, il che non da molti è possibile conseguire?

Catone. Queste circostanze hanno il loro valore, ma sole non bastano sicuramente. E siccome narrasi di Temistocle che disputando con cotale serifiese, dal quale venivagli apposto non essere la di lui gloria merito tutto suo, ma di Atene sua patria, replicò "Non io, per Dio, sarei illustre, per ciò solo che nativo di Serifo; ma tu neppure saresti chiaro giammai quando pure fosti nato cittadino ateniese" altrettanto può dirsi della vecchiezza. Poiché nel modo stesso che l’uomo anche filosofo, travagliato dalla miseria, troverà incomoda l’età senile, del pari l’ignorante, benché circondato dagli agi a stento saprebbe compiacersene.

Conforti efficacissimi della vecchiaia, o amici, sono le arti e la pratica delle virtù, le quali coltivando in ogni tempo, anche nella più tarda età sono feconde di stupendi vantaggi, sì per non venire meno giammai anche nel più remoto periodo della vita (del che è massima l’importanza), e perché la coscienza pura di rimorsi, e la memoria d’avere operato il bene, sono dolcissima soddisfazione dell’uomo.


IV. — (Encomio al vecchio Quinto Fabio Massimo.)

Io tuttora giovinetto, tenni caro, come mio coetaneo, quel vecchio Q. Fabio Massimo che ricuperò Taranto. In quel personaggio la gravità era temperata dalla cortesia dei modi, né per vecchiezza cambiò costume, benché mi legassi con lui, non ancora toccata l’età senile, comunque fossi abbastanza maturo.

Io era nato da un anno quando otteneva egli