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Storia di due vecchi felici 203


e non maneggia più le reti e il remo che come dilettante.

Quand’egli il mattino ha preso il caffè, preparato amorosamente dalle mani di una sua figliuola, mette in bocca una cicca e va sulla spiaggia dove tra i battelli in riparazione e le paranze tirate sulla riva, tengon convegno sulla molle arena i bambini e i vecchi; la poesia e la gloria della famiglia umana. I primi giuocano, gli altri fumano o ciccano, e fumando o ciccando, ruminano deliziosamente le care memorie di una lunga vita.

Ipsilonne è il decano di tutti quei veterani della vita e l’aver salvato la vita a Garibaldi mette intorno al suo capo come un’aureola di santo.

Io l’ho veduto tante volte nelle giornate fresche dell’inverno distendersi voluttuosamente sulla tiepida arena e beversi tutta quella delizia di sole, con un’intensa attenzione epicurea; mentre il suo sguardo si perdeva nell’orizzonte di quel mare sempre azzurro e di cui egli conosce da quasi novant’anni le bellezze e le ire, gli scherzi e gli sdegni.